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Un documentario su Carlo Zinelli – Gran Guardia

Il 2 marzo 2017, alle ore 17.00, nell’ambito delle iniziative del VeronaFilmFestival, verrà presentato alla Gran Guardia- sala Convegni– il documentario “Che cos’hai per la testa?” su Carlo Zinelli, uno dei maggiori esponenti della corrente artistica Art Brut. Ingresso libero.

Carlo-Zinelli-portret-470x639Carlo Zinelli (1916 – 1974) Avviato fin da bambino al lavoro dal padre falegname, scopre assai presto il gusto per l’attività pittorica. Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato alle armi, ma in quel periodo si manifestano i primi disturbi mentali. Subisce diversi ricoveri, continua comunque a lavorare e a coltivare la sua spontanea passione per la pittura. All’età di 31 anni è definitivamente ricoverato all’ospedale psichiatrico di San Giacomo alla Tomba di Verona. Subisce dieci duri anni di isolamento pressoché totale. Nel 1957 il personale medico riconosce il bisogno di espressione di Zinelli come uno strumento terapeutico e lo coinvolge nell’atelier di pittura creato dallo scultore inglese Michael Noble, dal professor Mario Marini e dal direttore Cherubino Trabucchi. Per Zinelli sarà un momento decisivo, non solo dal punto di vista artistico. Dedica almeno otto ore al giorno alla pittura cui si dedica fino alla morte. La produzione di Zinelli conta più di duemila opere. Partecipa a numerose mostre in Italia e all’estero ed è il primo pittore italiano a far parte della Collection d’Art Brut di Losanna, fondata da Jean Dubuffet. Oggi il suo nome figura tra i grandi protagonisti della storia dell’arte e le sue opere sono esposte in tutto il mondo.

Il concetto di Art brut (in italiano, letteralmente, Arte grezza) è stato inventato nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare le produzioni artistiche realizzate da non professionisti o pazienti di strutture psichiatriche che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali (autodidatti, psicotici, prigionieri, persone completamente digiune di cultura artistica). Egli intendeva, in tal modo, definire un’arte spontanea, senza pretese culturali e senza alcuna riflessione.

Nel suo caso si può dire che “la terapia dell’arte ha vinto sulla terapia della medicina.